Qualche anno fa, aggirandomi per la Valle di Susa mi parlarono dell'azienda vitivinicola Prever, non molto distante dalla città di Rivoli, Villarbasse è la loro casa.
Da quel giorno i loro vini mi sono sempre stati famigliari e di recente la creazione della nuova cantina (che vale già da sola un viaggio d'interesse) ha riacceso i rapporti anche con i nuovi consumatori che ancora non conoscevano questo tipo di vino.
Cosa non riporta la vecchia intervista?
Per primo, come già accennato, l'azienda si è allargata e migliorata, grazie ai nuovi spazi ed inoltre vi è la presenza del vino "Nebbie Autunnali", che personalmente ho trovato non solo corposo ma presente come aromi in bocca, interessante anche a lungo termine.
Dalle parole della titolare, Giulia Chiarle, troviamo sul sito questa breve annotazione del 6 novembre 2012
La vendemmia 2012 è andata bene, anche se sarebbe più giusto parlare di vendemmie: in cantina abbiamo lavorato parecchio, avendo da seguire ben 10 lotti diversi di vino, tra cui un bianco, un rosé e 8 ben rossi!
Ci piace infatti ascoltare Vigna per Vigna, cosa la terra può dirci…. Comunque, dopo aver vinificato separatamente i singoli appezzamenti, tenendo sempre da parte i migliori CRU, intendendo vigneti, e assembleremo i rimanenti in vini in modo armonico. E se qualcuno non se lo merita... non vedrà la bottiglia!
Il lavoro in cantina è molto impegnativo, e tra travasi, decantazioni a freddo e filtrazioni, ci vorranno almeno 6 mesi dalla vendemmia per gustare il nuovo vino; inoltre, solo per i rossi migliori e idonei, è previsto un ulteriore affinamento in piccole botti.
Ad aprile 2013, potremmo avere una prima idea del risultato della vendemmia 2012, ma solo gli anni successivi mostreranno il vero carattere dei nostri Rossi.
Per ora, il rosso Nebbie autunnali 2009 riscuote sempre grandi consensi, seguito dalle Nebbie 2011 (il 2010 non è stato imbottigliato perché non ci sembrava all’altezza), ma il San Quirico è anch’esso molto richiesto, pur essendo un vino più leggero e con spiccato carattere. Bianco e Rosè per ora sono ancora disponibili, ma siamo alle ultime bottiglie.
Al fondo troverete i soliti dati sul posto che però se non ci andate non servono a niente!
L'intervista è la seguente, anno 2010...
Come è nata la vostra azienda?
L’azienda è
nata nel 1949 quando mio nonno, l’ing. Giuseppe Prever, di
origini giavenesi,
comprò una cascina nel dopoguerra, qui tra le vigne. Appassionato di
agricoltura, adottò
tecniche decisamente innovative, anzi all’avanguardia, anche grazie
anche al fatto che era un uomo che studiava e viaggiava molto. La
cantina, ad esempio, fu ampliata in modo tale da poter calare il
mosto nei tini direttamente dalla pigiatrice. Il mosto scorreva
passando tramite “bocche di lupo” esterne alla cantina stessa,
sfruttando la forza di gravità, cosa inusuale
a quei tempi, ma di gran moda oggi, specialmente nelle grandi
cantine.
Qui a
Villarbasse impiantò, negli anni cinquanta, una vigna di
uva bianca, unica
nel circondario. Non sappiamo di che vitigno si tratti,
nessuno ha saputo svelarne il mistero, ma il vino che ne deriva,
anche se non senza fatica, è un prodotto davvero eccellente, con
profumi particolari ed uno spiccato carattere, al quale non si può
restare indifferenti.
Ovviamente
l’attività dell’azienda comprendeva anche la produzione di
ortaggi, frutta,
cereali, latte, formaggi e allevamento di bestiame ma, dopo che gli
ultimi bravi contadini che il nonno stipendiava sono andati in
pensione, la produzione si è ridimensionata per l’autoconsumo
e i prati sono stati dati in gestione a terzi.
Nel 2004 ci
siamo trovati davanti ad un bivio per ciò che riguardava vino e
vigne: abbandonare anche questo settore, ed estirpare le ultime due
vigne, oppure ricominciare e riprendere “in grande” la
produzione?
Abbiamo deciso
di fare un salto
di qualità,
curando il vino in modo più professionale, con la consulenza di un
quotato enologo, Maurizio Forgia, e di un bravo agronomo, puntando a
creare vini di buon livello, che potessero essere proposti agli
“scopritori del territorio” e agli amanti del vino sempre più
esigenti e preparati.
L’obiettivo
da sempre è stato quello di produrre un vino di carattere, piuttosto
rinunciando a grandi volumi, ma cercando qualcosa di veramente
speciale.
Abbiamo
iniziato con una nostra vecchia vigna di
uve nere, che non
richiedeva troppe attenzioni per via della qualità e della costanza
della produzione. Successivamente
abbiamo continuato con vigne prese da piccoli produttori locali,
alcune ben curate, altre da rimettere a posto da cima a fondo.
Oggi ne
abbiamo dodici in
gestione e sono grata a chi me le concede. In molti casi si tratta di
anziani che hanno
dovuto a malincuore lasciarne la conduzione per problemi di età.
Sono contenta di poter contribuire a conservare il patrimonio
paesaggistico e culturale di una zona dove un tempo
la viticoltura era
molto diffusa, grazie al terreno adatto di molti pendii collinari
nella giusta esposizione,
Ovviamente per
me la produzione del vino è anche diventata una grandissima
passione. Abbiamo una conduzione famigliare e curiamo molto la
qualità dell’uva, che è la vera carta per una produzione di
livello.
Abbiamo
aumentato lentamente la produzione e abbiamo il riscontro di clienti
affezionati, che tornano a trovarci e sperimentano le novità. Per
novità intendo i vini prodotti dalle vigne di nuova acquisizione o
piccole partite di vini prodotti per testare nuove metodologie di
lavorazione, sempre nel rispetto dell’assoluta genuinità.
Vendiamo
parecchio pure tramite i negozi e, dato
che questo prodotto
rappresenta una cartolina del territorio, curiamo particolarmente
anche la confezione. La raccolta di
etichette si
arricchisce di anno in anno, con il contributo di noti pittori
contemporanei.
Adesso stiamo
costruendo la nuova cantina, con l’obiettivo di arrivare a 20.000
bottiglie (ora ne facciamo 5-6.000).
Ad oggi, oltre
al nero con cui abbiamo iniziato, abbiamo un bianco e un rosato,
ottenuto da una vecchia vigna che ha richiesto tre anni di tentativi
e che alla fine ha prodotto un risultato eccezionale che ha riscosso
molto successo commerciale, soprattutto tra i giovani, che nel rosato
vedono un vino leggero e senza tannini. In
effetti è un vino
facile da bere ma certo non facile da produrre perché richiede
assidue cure e un lavoro enorme.
Il rosato
infatti prevede
procedimenti diversi rispetto al bianco e spreca moltissimo prodotto,
con una resa solo del 50%; senza contare il fatto che, per conservare
la ricchezza e la freschezza del profumo, torchiamo a mano!
Spesso si
inizia al mattino e
si finisce alla sera, il lavoro è pazzesco, ma il prodotto è ottimo
e i profumi sono eccezionali.
E quindi che vini
fate
ora?
Dipende dalle
annate; abbiamo il Nero di
Basse, il rosso di punta che
esauriamo più velocemente. E’ un prodotto corposo e
profondo, con una prevalenza di Chatus,
che facciamo invecchiare passandolo in acciaio e in barrique.
E’ un prodotto di
buona gradazione alcolica e particolarmente tannico,
che guadagna con l’invecchiamento.
Poi abbiamo il
Bianco che
ho citato prima, proveniente da una vecchia vigna di buon livello.
Cerchiamo sempre di non farlo salire troppo di gradazione, perché
secondo noi i bianchi e i rosati vanno tenuti su gradazioni basse per
essere leggeri e rinfrescanti.
Infine ci sono
il Rosè
,
di cui abbiamo già parlato, che ha una prevalenza di Bonarda
e Freisa, e il Rosso San
Quirico, un vino da tavola,
con gradazioni adeguate.
Quanti ettari
avete
al momento e dove si trovano le vigne?
Le vigne
sono tutte sulla collina morenica di Villarbasse, per un
totale di circa tre ettari.
Ed
avete un mercato locale?
Per ora il
nostro mercato è prevalentemente locale, con vendite sporadiche
oltre il nostro territorio... Villarbasse,
Val Sangone, Torino. La nostra produzione si sposa
molto bene con i formaggi, in particolare con quelli della nostra
zona: per esempio, il Cevrin
di
Coazze
si abbina alla
perfezione con i nostri rossi.
La Val Sangone
non ha il marchio DOC, nonostante voi siate citati nella Strada
Reale dei Vini Torinesi e
rappresentiate una realtà della Valle di Susa…
E’ vero, per
adesso la DOC di questa specifica zona non c’è ancora, ma da
quest’anno spero saremo iscritti alla DOC Rosso
Piemonte. Per quanto non
specifica della zona, siamo contenti di questa che per noi è una
conquista. Sappiamo però che il riconoscimento ufficiale non è
tutto. Infatti
ci sono DOC qualitativamente molto differenti e bisogna sempre
puntare sulla qualità del prodotto. Il nostro vero obiettivo è il
piacere di chi beve i nostri vini classici e apprezza i nostri nuovi
prodotti.
Voi riuscite ad
avere una certa visibilità al di fuori di Villarbasse?
Abbiamo un
sito Internet che viene
aggiornato continuamente e frequentemente visitato.
Siamo presenti
agli eventi del territorio e organizziamo noi stessi
manifestazioni
che servono per far conoscere le vigne e le nostre realtà, come per
esempio il programma “Acqua
e Vino” in collaborazione
con la Smat
di Sangano, un connubio che ci ha portato circa 600 persone.
Siamo stati
contattati
nel 2011 dal Teatro Regio
di Torino per un aperitivo abbinato al concerto, non so come ci
abbiano trovati, però vuol dire che un minimo di visibilità c’è.
L’ambiente
ci aiuta molto perchè offre servizi differenti e poi siamo vicini a
Rivoli, dunque formiamo un circuito interessante.
E
a Villarbasse lavorate per lo più manualmente?
Sì, data la
tipologia dei terreni e per una scelta di qualità, il lavoro è
tutto a mano o, per meglio dire, “a spalla”. Dove
è possibile usiamo il trattore, ma solo per portare
l’atomizzatore.
Perché
fare il vino?
Innanzitutto
perché è una tradizione di famiglia, che porto avanti volentieri, e
poi perché mi piace la campagna e anche il vino.
Inoltre, questa
è secondo me proprio una terra da vini, per
esposizione e tipologia del terreno. Molte vigne sono state
abbandonate non perché non dessero uva di qualità, ma per l’impegno
che tenere una vigna richiede.
Infine,
il vino è un prodotto classico, che dura nel tempo.
Progetti futuri?
Speriamo di
completare a tempo di record la costruzione della nuova cantina.
Aumenteremo la produzione sia nella quantità di bottiglie sia
nella varietà di proposte. Inoltre
intendiamo ampliare la gamma di prodotti che usano il nostro vino
come ingrediente specifico.
Già
commercializziamo, col nostro marchio unito a quello dei nostri amici
artigiani, pasta al vino,
zabaione,
gelato e anche le caramelle al gusto vino.
Infine ci ha trovati
un famoso cioccolataio rivolese,
Gianni di Biase, per creare dei capolavori di pasticceria e di
prelibatezza varie, i cioccolatini ripieni di crema al
vino... una meraviglia!
Vitivinicola Prever di Giulia Chiarle
via Paraccia 11, 10090 Villarbasse
Tel. 3477429322
email: vino@prever.it
www.prever.it
Saluti a tutti e statemi bene
Alessio